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L’incredibile e impopolare posizione della Regione Lazio

 

di Rosalba Nattero

Mentre il mondo cambia e va nella direzione della sensibilità nei confronti degli animali, la Regione Lazio va controcorrente e fa sospendere l'ordinanza anti-botti di Capodanno disposta dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi. Lo ha deciso il Tar del Lazio con un decreto cautelare urgente, fissando per il 25 gennaio una camera di consiglio durante la quale discuterà sulla questione.

Roma: il Tar sospende l'ordinanza anti-botti

Il provvedimento prevedeva il "divieto assoluto" di "usare materiale esplodente" a "meno di 200 metri dai centri abitati, dalle persone e dagli animali, con sanzioni a partire da 25 euro fino a 500 euro, oltre al sequestro amministrativo.

L’ordinanza del sindaco vietava i botti di Capodanno dal 29 dicembre alla mezzanotte del 1 gennaio, ma il Tar del Lazio ha accolto il ricorso della "Associazione Pirotecnica Italiana" ed ha deciso di sospendere il provvedimento.

Il divieto aveva sollevato polemiche tra commercianti e albergatori e dall’ASS.P.I . (Associazione Pirotecnica Italiana), che si è fatta portavoce delle proteste degli imprenditori del settore pirotecnico della capitale.

Sono sempre di più i Comuni italiani che hanno raccolto l’appello lanciato dalle associazioni animaliste per limitare o vietare l’uso di botti e petardi per festeggiare la notte di San Silvestro. Ma il divieto è stato introdotto anche per salvaguardare la sicurezza dei cittadini. Da Nord a Sud, sono ormai migliaia le città e i Comuni che hanno proibito i fuochi d’artificio, mortaretti, stelle filanti e altri fuochi pirotecnici.

Torino è stata la precursora: già nel Capodanno 2012 aveva introdotto il divieto, seguita da molte città italiane ed europee. Ora il divieto è stato adottato anche in molte città, come Milano, Genova, Bari, Sestri Levante, Tortona , Modena, Bologna, Firenze, Siena, Lucca, Ancona, Pescara, Chieti, Bari, Sassari, Viterbo, Messina, Reggio Calabria, Cosenza. Ma anche in molti Comuni da Nord a Sud come Settimo Milanese, Magenta, Sesto San Giovanni, Altamura, Gravina di Puglia, Molfetta, Casamarciano. Tra le località turistiche spicca Cortina d’Ampezzo.

Si stima che ogni anno in Italia almeno 5000 animali muoiano a causa dei botti di fine anno. Di questi circa l’80% sono animali selvatici. Nei gatti e nei cani un botto crea stress e spavento da indurli a fuggire finendo spesso vittime del traffico o di ostacoli non visibili al buio. Ma i botti non danneggiano solo gli animali, sono un pericolo anche per l’incolumità delle persone.

Le città che hanno introdotto il divieto hanno dato un segno di civiltà.

Peccato che la Regione Lazio non ha colto l’occasione di far fare alla capitale d’Italia un salto di qualità, ponendola al contrario in una posizione imbarazzante rispetto ad altre città europee che da tempo hanno adottato il divieto, mostrando invece di favorire imprenditori, commercianti e albergatori, per una ragione prettamente economica che priorizza il guadagno rispetto alla vita di esseri senzienti.

 

28 Dicembre 2016

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