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Massimo Wertmüller legge il suo intervento nell’ambito della Giornata Mondiale dell’Ecospiritualità
Massimo Wertmüller legge il suo intervento nell’ambito della “Giornata Mondiale dell’Ecospiritualità”

 

Pubblichiamo l’accorato l’intervento di Massimo Wertmüller in occasione della “Giornata Mondiale dell’Ecospiritualità” che si è svolta al Campidoglio di Roma il 13 maggio 2022 e che inizia con un racconto letto e scritto dall’attore.



“Nonno, perché non c’è più in giro un essere umano?”

“Perché era convinto di essere infallibile, prima di tutto. Ma era stupido ed egocentrico. Talmente egocentrico che ha inventato una cosa che si chiamava specismo per dire che era il padrone di tutte le vite, il padrone del mondo, di tutti gli esseri viventi. Pensa, al punto che usava noi, e tutti gli altri esseri viventi e senzienti come noi, per i suoi scopi, per le sue necessità, per i suoi piaceri. Ci mangiava, ci ammazzava per vanità, ci torturava per le medicine che sarebbero servite a lui ma non a noi…”

“E perché era così stupido?”

“Perché il potere, il possedere, la megalomania, il volere sempre di più, fanno brutti effetti. L’uomo è stato sempre distruttivo. Ha inventato un sacco di roba per giustificare il suo impulso a rovinare tutto. S’è inventato per esempio che la guerra può essere una soluzione. Non gli è bastato vedere quanto nella sua Storia la guerra abbia portato solo orrore e morte. S’è inventato che la guerra poteva essere un elemento di resettaggio, di ricostruzione. Per non dire , invece, che dietro a una guerra voleva solo possedere di più, per non dire invece che la guerra rispondeva sempre a interessi economici di qualcuno. E per non lasciare nulla di intentato nel frattempo difatti s’è inventato un sistema di vita per cui dei pezzetti rotondi di metallo e altri pezzetti di carta, fossero così al centro della sua vita, da rendere più forti, migliori addirittura, tanto più ne veniva posseduto. Pensa te. Ha buttato bombe sui loro cuccioli, per quei pezzetti di roba. Ed è chiaro che questo fatto prima o poi lo avrebbe portato al disastro, al suicidio.”

“Ma, nonno, si dice che qualcuno degli esseri umani sia stato veramente speciale.”

“Si certo, Leonardo Da Vinci o Albert Einstein, per esempio, sono stati due grandi esseri umani, ma non sono stati sufficienti, loro e gli altri grandi esseri umani, a controbilanciare il mare di stupidità, ignoranza e ignavia degli altri umani. Umani che stavano in file chilometriche davanti a un negozio perché usciva sul mercato un nuovo telefonino. Ma che stavano zitti di fronte al disastro climatico. Umani fermi ore di fronte a una scatola che mandava immagini di gente che si menava per un po’ di voti da televoto, poi ti spiego cos’era, oppure per qualche punto di share, ti spiegherò pure questo. Umani che hanno inventato il razzismo, cioè quella cosa per cui uno si è creduto superiore a un altro, migliore di lui, solo per il colore della propria pelle. Per cui succedeva che un cafone rozzo assaliva uno scienziato scappato da un’altra guerra.”

L’intervento di Massimo Wertmüller al Campidoglio di Roma, Sala della Piccola Protomoteca
L’intervento di Massimo Wertmüller al Campidoglio di Roma, Sala della Piccola Protomoteca

“Ma non è possibile nonno!”

“È possibile, è possibile. L’uomo ha inventato i tabù per tenere in piedi la sua società. E qualcuno lo ha dovuto pure ritirare, tanto era assurdo. E comunque, l’unico tabù giusto, quello per la guerra, non l’ha mai concepito. Anzi, sono esistite per l’uomo guerre più “giuste” di altre. Tra gli animali non abbiamo mai vissuto concetti come tolleranza, discriminazione, cattiveria, male, tra gli esseri umani invece erano familiari, quotidiani. Era assetato di potere e possedere, era ossessionato dall’odio verso qualcuno, ed era tanto, ma tanto, menefreghista. Tutte cose che lo hanno accompagnato verso l’estinzione. Fu infatti in occasione di una di quelle guerre, che lui considerò più “necessarie” di altre, una guerra per una antica questione locale di confine tra due vicini, che l’uomo poté sfogare tutta la sua rabbia repressa e tutta l’inquietudine di potere e annessione dopo circa 80 anni di pace. E imboccò una spirale che non seppe più gestire. Se la cercò con tutte le sue forze, insomma”

“Dici che si sta meglio, nonno?”

“Beh, piccolo mio, lo vedi pure tu, no? Che la terra, adesso che si è ripresa, sia più bella, più colorata, lo vedi, no? Lo senti che l’aria che respiri è più pulita. Il cibo è più saporito. Insomma, siccome noi da sempre siamo diversi dall’uomo e ci accontentiamo di viverla, la vita, noi stiamo senz’altro meglio. Difatti pensiamo adesso a vivere questo bel pianeta che si sta riprendendo. E non dimenticarti i compiti per la scuola, eh, che se c’è una cosa che ci hanno insegnato quei pericolosi imbecilli, loro malgrado, è che la cultura, la curiosità, il sapere, sono le uniche armi contro l’inciviltà. Che imbecilli, più ci ripenso e più non mi pare sia stato possibile che non abbiano capito e agito in tempo. Ma pensa, pensa che a un certo punto noi dovremmo essere stati pure adorati da loro come divinità. Altro elemento pronto a servire l’uomo nella sua indole distruttiva: l’adorazione, il fanatismo per simboli e figure. E la moda, la moda, quella cosa per cui se la maggioranza degli umani pensava che un oggetto potesse essere quello giusto, tutti lo volevano avere, fosse stato pure un pezzo di cacca. Mi pare, infatti, se non sbaglio, che fu pure esposto come opera d’arte…”

“E perché dici che siamo stati divinità?”

“Perché in certo periodo del mondo quasi tutti, quasi tutti eh, andavano in giro con una maglietta che aveva la nostra immagine sul petto… ahahah, ma dimmi tu che imbecilli!”

 

. . .

 

Vi chiedo scusa perché dirò cose che probabilmente già sapete, accade quando in una manifestazione si incontrano persone che in generale la pensano allo stesso modo, e vi chiedo scusa se parlerò in modo più romantico che politico, sono solo un semplice cittadino. Dunque, comincio dalla marcia che c’è stata da Perugia ad Assisi per la pace. Assisi, la città di San Francesco. Sotto il suo sguardo, sotto la sua ala, ci si sente davvero protetti. Quel Santo meraviglioso, che io ho sempre considerato il primo grande animalista della Storia, che con la sua opera fatta soltanto di umiltà ha provato a cambiare il mondo in meglio. E in parte c’è riuscito, se ancora oggi, persino oggi, esiste chi prova empatia. Ma per altra gran parte no, non c’è riuscito, anche se non è colpa sua. L’essere umano, infatti, è pervicace nel non voler, o forse non saper, cogliere gli insegnamenti del suo passato. E la sua natura così contraddittoria non lo aiuta. San Francesco, per esempio, ha avuto la bellissima intuizione di considerare acqua, piante, aria, animali, come nostri fratelli. Un pensiero semplice ma tanto forte e stupefacente, e vero.

Massimo Wertmüller durante il suo intervento
Massimo Wertmüller durante il suo intervento

Come speciale fu, secondo me, l’azione e l’esempio del primo vero rivoluzionario della Storia, e cioè Gesù. San Francesco, in pratica, ci ha regalato il concetto di poter essere felici con poco. Felici solo con quello che ci circonda, di quello che ci circonda, e con poche altre necessità. Gesù, invece, è stato ucciso, come sappiamo tutti, per aver disturbato il potere solo parlando di AMORE. Due grandi. E queste due figure gigantesche, per me, lo sono ancora di più se si considerano proprio nella loro dimensione umana e terrestre, senza trascendenze. Tutti e due hanno indicato una strada attraverso la quale poter costruire un mondo migliore. Parole preziose, le loro, oggi completamente tradite, in mezzo a tutte queste vicende preoccupanti. E in questo senso, penso sempre al “libero arbitrio”. Ossia trovo che la possibilità di scegliere per il bene o per il male sia, nonostante tutto, ancora oggi una opzione di scelta a nostra disposizione. Certo, se si parla di un “mondo migliore”, in questi tempi così bellicosi, mi vengono in mente anche le parole di pace di Papa Francesco, una delle rare voci, tra quelle eminenti, in tv, sui giornali, che promuovono davvero la pace.

E mi viene in mente il fatto che il “mondo migliore”, da sempre più nelle intenzioni della gente, poca gente, che non nei fatti, in questo spettacolo deprimente di interessi privati ed economici, di egoismi feroci e implacabili, di nostri menefreghismi e disattenzioni, un mondo in cui avere un rapporto nuovo con la Natura e la vita che ci circonda, possa essere fondato allora su valori antichi, anzi arcaici, forse agresti, o religiosi, che abbiamo dimenticato, tornando a questi. Forse tornando persino alle tribù, che sentivano in modo genuino, agli albori della civiltà, il rapporto con la Natura. Forse ci farebbe bene tornare all’animismo degli Indiani D’America, chissà. Sono sempre stato convinto che le verità più profonde e giuste siano nei pensieri più semplici. Lo sviluppo, compreso il suo capitalismo feroce, ci distrae dalle verità semplici, e non vuol dire allora progresso, come diceva Pasolini. Parlo così anche da cittadino deluso perché, secondo me, tanta politica ha fallito. Si è contorta nel suo stesso sistema di ricerca di consenso, consenso di parte se non quando addirittura personale, in una campagna elettorale perenne e spesso in malafede, fino a restarne strozzata. E mi piacerebbe assai , invece, un partito che riprendesse certi valori. Perché il cosiddetto “mondo migliore” dovrebbe essere costruito su una nuova spiritualità, su un nuovo rispetto della Natura e dei suoi abitanti, e proprio pochi giorni fa è stata la giornata della Terra, sulla cultura, sulla solidarietà, sul confronto. Invece eccoci qui, oggi, e dappertutto, dal giornale, al bar, sui social, a parlare di terza guerra mondiale, spesso come se si parlasse di un gioco da tavolo, un gioco di schieramenti.

Io pochi giorni fa ero a Pienza nella bellissima Val d’Orcia. Bene, quegli scorci, quelle distese di verde amato e curato, quei colori e quei profumi mi hanno fatto pensare a quanto diamo per scontato il fatto che la vita sia ogni giorno un regalo prezioso. Aveva ragione San Francesco. Per la verità io lo avevo capito subito dopo che mi sono risvegliato nella stanza dell’ospedale dopo l’importante operazione che ho avuto al cuore. C’era questa finestrella che, come una cornice, racchiudeva l’immagine di un pino sui cui rami saltavano corvi e merli, una monaca che curava il giardino, l’odore dell’erba appena tagliata, e c’era il sole. La vita è bellissima, è una opportunità, e io lo avevo capito quasi con uno schiaffo in faccia. E ho capito anche, allora, che la faccenda più inaccettabile della morte sta proprio nel fatto per cui quando un nostro caro se ne va non potrà più godere del profumo del mare, di un bel tramonto, di un bosco, dello sguardo puro di un animale, non potrà più provare amore e amicizia. Insomma non potrà più sentire la vita. Altro che bombe! Altro che bombe… la vita, questo regalo che è stato fatto a noi e a tutti gli inquilini della terra. Gli animali, poi, sono più innocenti e più antichi inquilini di noi, dovrebbero avere più diritti di noi, invece…

L’attore con alla sua sinistra Daniele Diaco, Vicepresidente Commissione Ambiente del Comune di Roma
L’attore con alla sua sinistra Daniele Diaco, Vicepresidente Commissione Ambiente del Comune di Roma

Ogni tanto il pensiero mi va ad un filosofo, J. B. Morizot, che andò con uno zainetto sulle spalle, da solo, in un habitat di lupi per incontrarli. Quando se li trovò davanti, faccia a faccia con loro, gli venne chiaramente in mente che in quella situazione, in quel contesto, la preda era lui. E i padroni erano loro. Altro che specismo. Era lui che doveva trovare, pena anche la morte, un modo per farsi accettare, per essere risparmiato, per farla franca. Anche perché i lupi non sono come noi, che abbiamo un intestino 11 volte più lungo del loro, loro sono carnivori veri. Noi possiamo scegliere di cosa alimentarci, loro no. Ma in questo nostro habitat fatto di colate di cemento e catrame, in cui proliferano esseri umani che sparano, per sport, per un presunto rito, per consuetudine, o persino per divertimento, accuratamente nascosti con un piccolo cannone, a vite ignare e inermi che chiedevano solo di continuare a vivere, oppure esseri umani che mangiano quelle vite stroncate da morti orribili per un menù, o esseri umani che torturano quelle vite per una ricerca fallace, gli animali hanno un bisogno vitale del nostro aiuto, o perlomeno dell’aiuto di chi si pone il problema del diritto alla vita di tutti gli esseri viventi e senzienti, e addirittura ne viene commosso.

Annamaria Ortese ha scritto un libro bellissimo: “I piccoli individui”. I piccoli individui sono loro, gli animali. Ecco, quando l’uomo avrà fatto quel passaggio per cui gli animali verranno considerati come individui, nelle norme legislative non più come oggetti ma come soggetti, quali essi sono, senzienti come noi, avrà fatto un piccolo ma sensibile passo verso la civiltà

E il Prof. Settis ipotizzava un “club della vita”, composto da tanti soci: aria, acqua, esseri umani, animali, flora… e fare del male a uno solo di questi soci avrebbe significato sempre farlo a tutti gli altri.

Un po’ come per gli Indiani d’America. Prima del cattolicesimo non c’era dualismo. La madre terra era accogliente e tutti erano suoi figli. Tutti erano Natura, creato. Come appunto pensavano gli indiani. Con l’avvento del Dio maschio, che puniva, si è creato il dualismo di chi è con lui o contro di lui.

 

"Credo che potrei vivere con gli animali, così placidi

e dignitosi,

Mi fermo e li osservo per ore e ore;

Non si affannano mai, non si lagnano per la loro condizione.

Non vegliano al buio a piangere i loro peccati.

Non mi annoiano discutendo dei loro doveri verso Dio.

Nessuno è insoddisfatto, nessuno impazzisce per mania

di possedere,

Nessuno s’inginocchia davanti a un altro, o a un suo simile,

vissuto migliaia di anni fa,

Nessuno è rispettabile o infelice sulla terra intera…"

Walt Whitman

 

"Spesso fantastico a riconoscere il limite fra l’uomo e l’animale il cui cuore non sa dir parola. Attraverso quale primo paradiso, in un remoto mattino della creazione, era il semplice sentiero accanto al quale i cuori si scambiavan reciproche visite?

Quei segni, nel loro continuo andare, mai cancellati attraverso le discendenze, son stati lungamente dimenticati.

Eppure improvvisamente in qualche muta musica l’offuscata memoria si sveglia e le bestie guardano nella faccia degli uomini con una tenera fiducia, e gli uomini le guardano negli occhi con una allegra affezione.

Sembra che due fratelli mascherati s’incontrino e vagamente sappiano distinguersi l’un l’altro."

TAGORE

 

Penso che per parlare poi di ecologia, un argomento così seriamente generale, si può anche partire, però, dal personale. Nel mio caso tutto è cominciato con gli animali. È cominciato con una scintilla. La scintilla originaria della vita , che è sempre esistita prima e dopo di noi e che gli animali conservano pura e intatta nei loro occhi. Noi la sporchiamo, quella scintilla che dovremmo conservare e tramandare, dalla fanciullezza in poi. La sporchiamo per l’età, per lo stress, per il male in chi lo frequenta, per il dolore. Difatti bambini e animali sono nella stessa categoria, insieme a madri e anziani. Quella dei fragili, quella dei soggetti da difendere, da proteggere. Io sono vissuto tra i cani, per l’amore che provava per loro mia madre. Poi c’è stato un lungo periodo in cui non li ho più avuti accanto per il dolore provato quando mi hanno lasciato quelli che avevo avuto con me.

Oggi, dopo tanti anni, sono arrivati Rocco e Pupetta. Penso sempre, da laico, a cosa sia l’anima. Io credo che senza arrivare ad un concetto per forza trascendentale, potrebbe essere tutto ciò che muove, che fa sentire, che fa pensare, che fa vivere una creatura animata e semovente. Certo, è difficile per esempio credere che la targa di una automobile abbia l’anima. E con Rocco e Pupetta quell’amore per gli animali mi è riscoppiato dentro come una lava che viveva sotto un vulcano ancora viva, pronta a riesplodere, una passione che pulsava silente sotto la brace. Sembrerà strano, ma Rocco e Pupetta mi hanno riportato, coi loro occhi, a un amore per gli animali che però si è rivelato anche un amore per la vita tutta. Prima di loro si viveva un po’ più distratti.

Massimo Wertmüller con Rosalba Nattero, promotrice dell’evento
Massimo Wertmüller con Rosalba Nattero, promotrice dell’evento

Fino a questa consapevolezza io non ho mai guardato, sentito, veramente cosa significasse la vita, non ho mai avvertito fino in fondo anche la sua sacralità. Prima di Rocco e Pupetta non avevo tutta questa empatia per la vita e tutte le sue forme che mi circondavano. Non mi ero accorto della magia di tutto il creato. E ho cominciato a guardarlo con altri occhi. Ho cominciato a non essere più così distratto di fronte al male che ogni giorno l’uomo provoca ad esso. Usanze passate per normali, e accettate, ma che normali non sono affatto.

Spesso dietro una usanza accettata, anche barbara, si nascondono interessi economici, come sappiamo, e intere lobbies. C’è un punto, un crocevia, però, in cui il tema dei diritti alla vita di tutti gli esseri viventi e senzienti si incontra con quello dei diritti dell’Ambiente. Ovverosia il punto in cui si scopre che la produzione animale, cioè il mercato di morte della carne, per esempio, è il maggior agente inquinante del pianeta, molto più dei gas serra,

E un vegano diventa allora pure un disturbatore se ricorda che per fare un chilo di carne ci vogliono 15.000-20.000 litri d’acqua, se ricorda che gli allevamenti, quasi sempre intensivi, consumano l’87% dei terreni coltivabili nel mondo.

Per risolvere questo problema, sia dal punto di vista scientifico che dal punto di vista etico, basterebbe una visitina ad un mattatoio. E allora, è difficile credere che un animale senziente, che vuol dire che prova emozione (l’amore degli animali per il proprio genitore adottivo, la riconoscenza, l’amore delle madri per i cuccioli…) e dolore ( ho visto io agnelli appesi ad un gancio attendere di morire e ho sentito io i loro strilli di dolore e paura, che si mischiavano con quelli delle loro madri ai loro piedi, ricordandomi un’altra scena famosa, sacra, di dolore e morte…), non abbia la sua anima. Già la radice stessa del termine “animale” dovrebbe quantomeno insospettire. Io comunque gliela leggo negli occhi, l’anima. Nello sguardo diretto, profondo, pulito degli animali, sembra di vederla l’anima, molto più evidente che nei nostri occhi.

Sapete che vi dico? Se fossi prete, soprattutto un francescano, penserei che la purezza degli animali li fa essere più vicino a Dio di noi.

Io ho sempre pensato che dove c’è un animale c’è vita.

Dove c’è un animale forse si respira aria buona, per dire. Dove c’è l’uomo, forse, lì vicino, magari c’è una centrale atomica.

 La locandina del Convegno "Giornata Mondiale dell’Ecospiritualità” che si è tenuto a Roma in Campidoglio il 13 Maggio 2022
La locandina del Convegno "Giornata Mondiale dell’Ecospiritualità” che si è tenuto a Roma in Campidoglio il 13 Maggio 2022

L’animale uccide anche lui, come sappiamo, ma lo fa per difendersi, per sopravvivere, non conosce il concetto del far del male. L’uomo butta bombe sui bambini. L’animale vive, o dovrebbe vivere, nella Natura. L’ape ha costruito per viverci le arnie. L’uomo ha costruito agglomerati di cemento e smog. E se togli l’ape al mondo fermi la filiera della vita, togli ad essa una preziosa protagonista, una preziosa operaia della vita. Invece spesso mi viene da pensare che se togli al mondo l’uomo, salvi il mondo. E quando dico questo non sto pensando certo ad Einstein, Leonardo Da Vinci o Madre Teresa di Calcutta….

L’uomo in ogni momento può tornare Caino.

Così tutto, il clima, una creatura fragile e indifesa, un bambino o un animale, possono diventare tanti Abele… il decimo comandamento dice “non uccidere”, ma non dice di non uccidere solo gli esseri umani…

C’è ancora tanta gente che riduce, se ne frega, ironizza, offende, sulle spalle già martoriate di quelle creature immolate ad un menù. L’equivoco lugubre, tragico, forse è nato quando si è detto che Gesù è l’agnello di Dio. Ma era simbolica l’immagine, ovviamente. Non poteva mai portare, una tale simbologia sacra e religiosa, portatrice di bene, ad una usanza, invece, rozza e incivile, che prevede di ammazzare cuccioli per la Santa Pasqua. Del resto anche Gesù all’ultima cena disse che non avrebbe mai mangiato l’agnello, e Isaia per bocca di Dio disse che non avrebbe mai mangiato il sangue di creature innocenti.

Non credo di fare cosa sgradita se accosto un agnellino alla sacralità della vita di chiunque.

E comunque Gesù l’agnello lo portava sulle sue spalle vivo…

Oggi credo ci sia lo spazio per infilarsi a costruire una grande alternativa. Alternativa a tutto. Alla politica, all’etica, a questo sistema, al modo odierno di vedere la vita. Ma in mezzo ai tanti interessi personali e a tutte le malafedi che ci sono in giro, forse questa è una operazione che può partire solo dalla gente, da noi. C’è spazio per proporre valori magari antichi ma sempre validi. Per tornare a parlare di spirito, di creatività, di solidarietà, di cultura, intesa come esperienza comune e consapevolezza, non come cosa da nicchia, invece che di guerra. Per paradosso, si potrebbe pensare a un partito del Mondo, per il mondo, che difendesse il mondo, che operasse per un mondo migliore.

Il nome di questo partito non è poi così importante. Almeno non come l’eventuale suo sottotitolo. Come succede spesso per certi bei testi teatrali, no? Non raramente il sottotitolo chiarisce molto. E qui, a sigillare l’azione nobile e necessaria della costruzione di un mondo migliore, potrebbe essere “Perché chi offende la Natura offende sé stesso, offende la sua qualità, offende la sua spiritualità”.

 

www.shan-newspaper.com/web/societa/2186-giornata-mondiale-ecospiritualita.html

www.eco-spirituality.org/giornata-mondiale-dell-ecospiritualita.html



18 maggio 2022

 

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