SOS Gaia
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La Marche pour la Fin du Spécisme ha radunato a Ginevra un fiume di persone e associazioni provenienti da tutta Europa

Ginevra, una marcia per la fine dello specismo

 

I tempi sono ormai maturi. L’animalismo sta facendo un ulteriore passo verso una presa di coscienza collettiva ed è ora che chi si rende conto di essere di fronte al genocidio più grande della storia si faccia avanti e faccia sentire la sua voce.

È questa l’aria che si respirava a Ginevra sabato 22 agosto durante la “Marche pour la Fin du Spécisme” organizzata dall’associazione svizzera PEA (Pour l’Egalité Animale). Eravamo presenti sia come rappresentanti di SOS Gaia, sia come inviati di Shan Newspaper, per dimostrare il nostro sostegno e documentare l’evento.

Un fiume di persone ben organizzate, determinate e consapevoli ha attraversato la città recitando slogan lanciati dagli organizzatori in varie lingue come “Ni dans les labos, ni dans le frigos, justice pour les animaux!”, “No excuse for animal abuse!”, “Tous différents, tous egaux, nous sommes tous des animaux!”. Slogan che rendevano chiaro il senso dell’iniziativa, come del resto lo era il titolo della manifestazione.

Il raduno a Place de la Navigation

Già nei discorsi iniziali durante il raduno a Place de la Navigation, nel cuore di Ginevra, emergevano la consapevolezza e la preparazione di chi ha contribuito all’organizzazione della Marcia.

Uno di questi era Anushavan Sarukhanyan dell’associazione PEA che abbiamo intervistato: “L'obiettivo della manifestazione è di denunciare lo specismo, una forma d'ideologia analoga al razzismo e al sessismo e che discrimina gli animali solamente perché sono di un'altra specie. Come in certe epoche c'era il razzismo, per cui se una persona era di una certa razza i suoi interessi o la sua volontà non contavano, facciamo esattamente la stessa cosa con gli animali: dato che sono diversi da noi, appartenendo a un'altra specie, la loro volontà e i loro interessi non contano, e si tratta di una discriminazione ingiusta quanto il sessismo e il razzismo. Oggettivamente possiamo vedere che gli animali provano delle emozioni, non vogliono soffrire e non vogliono subire violenze. Dunque pensando oggettivamente e in maniera logica, dobbiamo tenere in conto gli interessi e la vita di tutti gli esseri che provano emozioni. Quindi il nostro obiettivo è dire: lo specismo è ingiusto, bisogna farla finita con quest'ideologia e bisogna riconoscere gli animali, non come delle risorse, ma come individui alla pari che meritano rispetto, per la loro dignità, per la loro vita e i loro interessi.

Rosalba Nattero intervista Anushavan Sarukhanyan dell’associazione PEA, organizzatore della Marcia

Noi, più precisamente, chiediamo che si riconosca finalmente il diritto alla vita, il diritto alla libertà e il diritto all'integrità fisica degli animali e che giuridicamente si smetta di considerarli come una semplice proprietà, come un prodotto che si può comprare, vendere, utilizzare per fini commerciali o altro. Veramente considerare gli animali come esseri senzienti alla pari.”

Ginevra è sempre stata un luogo strategico e simbolo di libertà, una città che ha dato asilo a rifugiati politici e a manifestazioni contro le ingiustrizie sociali. Un posto ideale per questa manifestazione antispecista. Nella stessa giornata si sono svolte manifestazioni analoghe a Montrèal, a Toronto, a Zagabria e in altri luoghi. Un’enorme mobilitazione per la fine dello specismo.

L’emozionante manifestazione davanti alla Cattedrale di Ginevra: centinaia di persone hanno indossato il camice bianco dei vivisettori portando davanti a loro enormi poster con occhi di animali

La manifestazione, a cui partecipavano giovani, anziani, bambini e cani, si è svolta in un clima composto e pacato, ma si sentiva per tutto il tempo la determinazione e anche la rabbia verso le ingiustizie e gli abomini compiuti ai danni degli animali. Non c’era estremismo, non c’era fanatismo, semplicemente saggezza, la saggezza di chi ha aperto gli occhi davanti a una realtà che l’ipnosi collettiva generata ad arte dalle grandi potenze fa sembrare normale, mentre invece è un’aberrazione della nostra cosiddetta “civiltà”.

Durante la Marcia si sono svolti alcuni momenti molto toccanti, come la rappresentazione sul Pont de la Machine dove noi manifestanti ci siamo sdraiati tutti quanti per terra a raffigurare gli animali immolati al martirio; o la dimostrazione davanti alla Cattedrale di Ginevra, dove centinaia di persone hanno indossato il camice bianco dei vivisettori portando davanti a loro enormi poster con occhi di animali. Momenti struggenti che il silenzio di tutti i presenti, manifestanti e non, assurdamente irreale per un sabato di agosto pieno di turisti, rendeva ancora più intensi.

La manifestazione si è conclusa nel grande piazzale di Plainpalais, dove insieme a un migliaio di persone abbiamo formato un grandissimo cerchio tenendoci per mano ed abbiamo osservato cinque minuti di assoluto silenzio per le vittime innocenti di questo olocausto. Poi noi manifestanti abbiamo finalmente dato sfogo alle emozioni provate durante la giornata esplodendo in grida di gioia e di incitamento, gioia per essere tutti insieme nella lotta e incitamento a continuare.

Tutti i manifestanti sdraiati sul Pont de la Machine a raffigurare gli animali immolati al martirio

L’antispecismo solleva un problema epocale della nostra società: come giustificare infatti la sofferenza degli animali nei laboratori di vivisezione, negli allevamenti, nello spettacolo, a beneficio degli umani solo perché appartenenti ad altre specie? Come non provare vergogna sapendo che milioni di esseri senzienti, persone come noi in grado di provare gioia, dolore e voglia di vivere, siano quotidianamente sottoposti ad una sofferenza inimmaginabile?

Anche nel passato si tolleravano ingiustizie come la schiavitù o l’inferiorità delle donne. Oggi può sembrare assurdo eppure proprio in Svizzera, dove ora si svolge un avanzato e acceso dibattito sulla questione animale, in alcuni Cantoni le donne hanno ottenuto il diritto di voto solo negli anni ’90. La schiavitù sembra ormai un problema di un’altra epoca, ma oggi abbiamo di fronte a noi un problema altrettanto drammatico, quello del martirio di milioni di esseri senzienti che noi alimentiamo con la nostra inconsapevole complicità.

Ma la storia va avanti, e così come certe discriminazioni sono ormai un ricordo, possiamo immaginare che in un futuro non lontano i mattatoi diverranno un simbolo di barbarie, a memoria di un momento oscuro dell’umanità, come la Cupola della bomba atomica di Hiroshima o il Monumento alle vittime di Auschwitz. Per non dimenticare.

La rappresentanza di SOS alla manifestazione di Ginevra

Oggi sono sempre più numerose le persone che si ribellano alle ingiustizie compiute sugli animali e non si rassegnano agli abusi perpetrati nei loro confronti. Intellettuali, associazioni animaliste e antispeciste, singoli individui hanno dato vita a un dibattito internazionale che coinvolge tutti gli strati sociali e che non può più essere ignorato. I politici sembrano imbarazzati davanti all’entità del movimento trasversale ed eterogeneo che si sta creando in tutto il mondo e salvo alcuni casi sporadici fanno finta di niente, troppo coinvolti nelle lobbies dei cacciatori o delle case farmaceutiche. Ma ci vuole poco per capire che è solo questione di tempo. Quei politici che non capiranno che il mondo sta cambiando verranno spazzati via, mentre altri saranno obbligati a cavalcare l’onda. Speriamo che quel momento venga presto.

L’idea dell’ecospiritualità sta contagiando il mondo come un virus benefico e inarrestabile. Come dice la scritta che in caratteri cubitali campeggia sul Muro dei Riformatori di Ginevra: “Post Tenebras Lux”, dopo le tenebre arriva sempre la luce.

Nel frattempo non possiamo fare altro che dare corpo a questa “onda” di evoluzione che nasce dal di dentro di ognuno di noi, divampa e dilaga in un sentimento fatto di pietà, amore e consapevolezza. La consapevolezza di essere tutti figli di Madre Terra.

“Tous différents, tous egaux, nous sommes tous des animaux!”

 

www.rosalbanattero.net

www.sos-gaia.org

www.asso-pea.ch

 

 

4 settembre 2015

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