SOS Gaia
Stampa Email
La beccaccia è uno dei volatili condannati dalla Regione Lazio: l'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) prevede la chiusura il 31 dicembre mentre la Regione la prolunga al 20 gennaio

SOS Gaia e le associazioni animaliste e ambientaliste bocciano la pre-apertura della caccia e il calendario venatorio del Lazio

 

L'Associazione SOS Gaia, insieme con il gruppo regionale del Movimento 5 Stelle, ha fatto partire la richiesta di un’audizione con le associazioni animaliste allo scopo di bocciare la pre-apertura della caccia ed il calendario venatorio del Lazio. Questo per riequilibrare una situazione che, così restando, avrebbe favorito soltanto i cacciatori a scapito degli animali.

Ma facciamo un passo indietro.

Riguardo alla prossima stagione di caccia, alla Regione Lazio è stato deciso tutto nel mese di luglio, con la prima audizione riservata alle Associazioni Venatorie e l’emanazione del nuovo calendario venatorio.

Il 6 luglio l’VIII Commissione Consiliare Permanente Agricoltura, sotto la Presidenza di Mario Ciarla e con l’Assessore all’agricoltura, pesca e caccia Sonia Ricci, ha ospitato i rappresentanti delle Associazioni Venatorie della Regione Lazio, intervenuti per sollecitare il calendario venatorio della stagione 2015-2016.

Il 14 luglio, dopo aver acquisito i pareri dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), la Regione ha pubblicato il Decreto del calendario venatorio firmato dal Presidente Nicola Zingaretti.

Il 31 luglio il Presidente dell’VIII Commissione Mario Ciarla ha convocato un'audizione, invitando le associazioni animaliste del territorio: SOS Gaia (capofila dell'iniziativa), LIPU, LAV, ENPA, OIPA, WWF Lazio, Animalisti Italiani, Legambiente, Italia Nostra. Erano presenti anche l’Assessore Sonia Ricci, i Consiglieri Silvana Denicolò e Devid Porrello del Movimento 5 Stelle, Cristina Avenali del Partito Democratico.

L'audizione è stata richiesta da SOS Gaia a seguito dell'atteggiamento dei cacciatori durante la prima audizione (che SOS Gaia ha potuto vedere interamente tramite un documento video dei 5 Stelle), apparsi aggressivi e poco inclini al dialogo quanto ad ottenere le loro istanze.

Il gruppo regionale del Movimento 5 Stelle, con l’appoggio e la condivisione di SOS Gaia come capofila di questa iniziativa, ha fatto partire la richiesta di un’audizione con le associazioni animaliste per poter modificare una situazione che avrebbe dato molti più poteri ai cacciatori.

Un momento del dibattito in Consiglio Regionale del Lazio mentre viene approvata la nuova legge che amplia i poteri dei cacciatori

Del resto, anche nel calendario venatorio non sono state recepite molte delle richieste dell’ISPRA, risultando fortemente sbilanciato a favore della caccia, sia nei tempi di apertura e chiusura che riguardo il carniere da limitare per la tutela delle specie selvatiche.

SOS Gaia, con il fondamentale appoggio del gruppo regionale del Movimento 5 Stelle, a breve farà partire una petizione per mirare a rivedere o abolire i punti controversi della legge recentemente approvata dalla Regione Lazio sugli “Interventi regionali per la conservazione e gestione della fauna selvatica e per la pianificazione e regolamentazione dell’attività faunistico-venatoria”, che favorisce gli abbattimenti selettivi e la pratica dell’attività venatoria anche nei parchi protetti, mettendo in second’ordine le alternative del foraggiamento degli animali ai margini dei fondi agricoli e la protezione con le staccionate per impedirne l’accesso.

Nel giorno dell’audizione, i rappresentanti delle associazioni riuniti prima del suo svolgimento hanno manifestato la loro completa contrarietà all’attività della caccia, ma purtroppo, poiché la caccia è un’attività consentita dalla legge, l’unica strada al momento percorribile è quella del completo rispetto delle leggi europee ed italiane, della difesa dell’habitat naturale e, infine, della corretta applicazione dei pareri dell’ISPRA, l’organismo tecnico scientifico riconosciuto dall’Europa.

Appare tuttavia surreale discutere dell’utilizzo dei richiami vivi, del solo mantenimento della specie, della salvaguardia degli uccelli durante il periodo di riproduzione, senza considerare che ogni singolo animale ucciso durante le battute di caccia da persone incuranti ed irrispettose della vita altrui, ha diritto di vivere, e che questo suo diritto non è assolutamente negoziabile.

 

Durante i lavori dell'audizione, tutti i rappresentanti delle Associazioni presenti sono intervenuti con toni pacati ma decisi per contestare il calendario venatorio emanato dalla Regione Lazio, invocandone la revisione sui punti divergenti dai pareri dell’ISPRA, richiedendo inoltre di non concedere ai cacciatori l'apertura anticipata della caccia, perché verrebbe esercitata in un periodo molto delicato per molte specie, a fronte di una evidente mancanza di vigilanza.

Giovanni Albarella del Settore Rapporti Istituzionali della LIPU ha snocciolato le notevoli divergenze tra il calendario ed i pareri dell'ISPRA, che nel 2010 ha redatto un documento tecnico invitando le Regioni a seguirne i suggerimenti per compilare i calendari venatori e per una corretta applicazione della normativa europea.

La Commissione ha stabilito i periodi di migrazione degli uccelli tramite il Comitato Ornis, che attraverso l’analisi dei dati provenienti dai singoli paesi ha fissato per ognuno le date di inizio della migrazione pre-nuziale.

L’audizione della Regione Lazio con le Associazioni animaliste e ambientaliste sul tema del calendario venatorio e della caccia in generale, richiesta da SOS Gaia

Ad esempio, per il nostro paese il Comitato afferma che per gli uccelli acquatici la migrazione pre-nuziale inizia la terza decade di gennaio, quindi, la caccia andrebbe chiusa entro il 20 gennaio; per i tordi inizia la seconda decade di gennaio, quindi la caccia andrebbe chiusa il 10 gennaio; per la beccaccia inizia la seconda domenica di gennaio, e la caccia andrebbe chiusa il 10 gennaio.

Nel calendario appena approvato, invece, per gli acquatici la chiusura è stabilita il 31 gennaio, per i tordi il 20 gennaio e per la beccaccia il 20 gennaio.

Dunque, nel Lazio questi periodi non vengono rispettati e, poiché questa situazione si protrae da quattro anni, nei confronti del nostro paese e delle sue Regioni è partita la procedura d’infrazione “pilot 6955/14/ENVI” avviata dalla Commissione Europea.

Aggiunge ancora Albarella, che è un problema anche la caccia sulle specie in cattivo stato di conservazione, per le quali, a parte la “moretta” ed il “combattente”, viene consentito sparare a ben tredici di queste.

Infine, l'ultima grave questione è rappresentata dalla vigilanza sull'attività venatoria. Da quest'anno la nostra Regione ha adottato il tesserino a lettura ottica per agevolarne l'analisi, ma siccome i cacciatori non sono vincolati a compilarlo di volta in volta, il rappresentante della LIPU ne propone l'obbligo.

Anna Maria Procacci, Consigliera dell’ENPA, parla della legge 157/1992, alla cui stesura ha contribuito, che è stata concepita soprattutto per la tutela degli animali selvatici, e nel leggere un passaggio dell'articolo 18 comma 2, che regolamenta la possibile apertura anticipata della stagione venatoria al 1° settembre invece che alla terza domenica dello stesso mese, chiarisce che l’autorizzazione regionale è subordinata ad adeguati piani faunistico venatori.

Proprio il piano faunistico venatorio è fondamentale perché rappresenta la situazione delle popolazioni selvatiche rispetto al prelievo venatorio. Ma nel calendario appena uscito, proprio all’inizio è riportata la data del piano della nostra Regione che risale al lontano 1998 e che, evidentemente, non può essere ritenuto valido in quanto vecchio di quasi vent'anni. Specificando inoltre che, sempre in base alla stessa legge, non potrebbe neanche essere aperta la normale stagione di caccia.

La Consigliera dell’ENPA sottolinea anche il grave tentativo di delegittimazione dell’ISPRA, attraverso motivazioni e confutazioni del parere negativo espresso dall’Istituto in relazione ai tempi di caccia adottati dalla regione, regalando più giorni ai cacciatori nonostante in quei momenti ci sia la migrazione pre-nuziale. Le Regioni non possono ignorare un parere negativo di questo Istituto che è un organo tecnico scientifico riconosciuto dalla legge 157, anche se motivatamente confutato, in quanto c’è bisogno di criteri minimi di tutela su tutto il territorio nazionale, come sancisce anche l’articolo 117 lettera S della Costituzione, che fa ricadere sullo Stato la competenza esclusiva sugli ecosistemi, sull’ambiente, sui beni culturali e sulla fauna selvatica.

Oltre al danno ambientale, anche la condanna della Commissione dovrebbe essere motivo di preoccupazione generale. Tale condanna in un primo momento comporterà il pagamento da parte dello Stato ma, in base alla legge del 27 dicembre del 2006, in seguito lo Stato si potrà rivalere sulle Regioni inadempienti, tra cui il Lazio. Allora, come spiegare ai cittadini che dovremo sborsare decine e decine di milioni di euro perché nel nostro paese viene ancora esercitata una caccia anacronistica in violazione delle norme europee?

Sul fagiano l'ISPRA consiglia l’apertura della caccia il 1° ottobre e la chiusura il 30 novembre. La Regione Lazio ha decretato l’apertura il 20 settembre e la chiusura il 31 dicembre

Il rappresentante LAV del settore caccia e animali selvatici sottolinea l’aspetto etico riconoscendo la libertà ed il diritto ad esistere degli animali.

Roberto Scacchi di Legambiente, ricorda che anche la proroga della chiusura della caccia non va bene, in quanto non a norma di legge ed insostenibile.

Personalmente, come rappresentante di SOS Gaia ho espresso la mia contrarietà alla pre-apertura perché è una inutile mattanza; infine, ho sottolineato la criticità dei controlli del tesserino, alla luce dell'abolizione del Corpo Forestale dello Stato e della situazione della Polizia Provinciale.

Matilde Spadaro di Italia Nostra ha sollecitato la tutela dell’habitat, il rispetto dell’ambiente, dei cittadini e delle leggi come la Direttiva habitat e uccelli, da cui non si può prescindere.

La Consigliera Silvana Denicolò auspica che da questa audizione possa iniziare un nuovo percorso tra le autorità regionali e le Associazioni animaliste, e informa i presenti che il Movimento 5 Stelle ha presentato alla Regione una proposta di legge per la prevenzione del randagismo invitando tutti a leggerlo. Conclude la Denicolò aggiungendo che l’attuale calendario venatorio è chiaramente in contrasto con la normativa vigente.

Il Consigliere Devid Porrello concentra il suo intervento sulla deplorevole delegittimazione dell’ISPRA e contesta la compilazione del calendario che prevede l'apertura della caccia il 20 settembre invece che il 1° ottobre, regalando 10 giorni ai cacciatori. Anche Porrello auspica la revisione totale del calendario alla luce del parere dell’ISPRA e degli aspetti controversi emersi negli interventi dell’audizione.

Infine, l’Assessore Sonia Ricci ricorda che finché ci sarà una legge dello Stato come la 157 che riconosce la caccia a livello nazionale, gli Assessori regionali non potranno esimersi dal compilare il calendario venatorio annuale, aggiungendo inoltre che il Lazio non è dotato di un piano faunistico a causa di alcuni dati mancanti, in particolare della provincia di Frosinone; si impegna però a far uscire il nuovo piano faunistico entro Natale.

Pulcini di tordo bottaccio. L'ISPRA prevede per il tordo la chiusura della caccia il 10 gennaio mentre la Regione Lazio la estende fino al 20 gennaio

L'Assessore informa le Associazioni che sarà difficile poter modificare il calendario venatorio perché dovrebbe essere ripetuto tutto l’iter, tra cui riconvocare il Comitato Tecnico Faunistico. Per quanto riguarda i controlli sul tesserino a lettura ottica, si impegna a sensibilizzare le Associazioni Venatorie e a scrivere una lettera per sollecitarne il suo corretto uso.

Sulla pre-apertura della caccia l’Assessore conferma di aver ricevuto la richiesta da parte delle Associazioni Venatorie, ma non ha ancora deciso nulla perché sta aspettando il parere dell’ISPRA.

Infine informa i presenti che i primi giorni di settembre verranno di nuovo ufficialmente convocate le Associazioni Ambientaliste ed Animaliste.

In conclusione le Associazioni, tra cui SOS Gaia che ha dato un contributo attivo e propositivo, hanno potuto esprimere e condividere la loro opinione nell’ambito della Commissione Agricoltura, per sostenere la salvaguardia degli animali in virtù della loro esperienza sul campo e dell’amore che nutrono nei loro confronti.

Del resto, in questo momento storico è importante che le Istituzioni prendano atto che sempre più voci si levano a favore della vita di tutti gli animali di questo pianeta, manifestando la loro contrarietà ad ogni tipo di caccia. E alla luce di quanto detto, è chiaro che le difficoltà che riscontriamo nel cercare di abolire l'attività venatoria rappresentano una palese carenza di democrazia della nostra società.

Ma i tempi sono maturi per far valere la volontà della maggioranza dei cittadini che ritengono la caccia il retaggio di un mondo barbaro ed una pratica dannosa e pericolosa anche per le persone.

Concludiamo considerando che ai giorni nostri, essendo la caccia ancora consentita e regolamentata da leggi europee ed italiane, per lo più disattese, ci aspettiamo che i cacciatori almeno rispettino le regole, come è dovere di tutti.

 

Ivana Pizzorni è la responsabile della sede romana di SOS Gaia

29 agosto 2015

|