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La colonia felina di Torre Argentina di Roma è conosciuta in tutto il mondo

 

La colonia dei gatti di Torre Argentina di Roma, conosciuta in tutto il mondo, è tra le più grandi d’Europa, ma in questi ultimi giorni purtroppo è sulle cronache dei giornali per un abuso edilizio in quanto l’Associazione Culturale Colonia Felina di Torre Argentina, che si occupa di oltre 250 mici, ha la sede su una struttura all’interno dell’area archeologica.

Le gattare dell’associazione rivolgono un appello alla Soprintendente per i Beni Archeologici di Roma Maria Rosaria Barbera, ed al Sovraintendente ai Beni Culturali del Comune di Roma Umberto Broccoli, al fine di individuare quanto prima dei nuovi locali vicini a quelli attuali, per tutelare i resti archeologici e per salvare la colonia felina.

Ma dopo tanto clamore, il caso dei gatti di Torre Argentina è arrivato anche in Parlamento tramite il Senatore Vincenzo Vita, Vice Presidente della Commissione Cultura alla Camera, che ha presentato una interrogazione parlamentare al Ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi, per chiarire la questione dell’abuso edilizio dell’associazione.

I Consiglieri del Comune di Roma Capitale, Monica Cirinnà e Giulio Pelonzi, hanno esposto all’Assemblea della seduta Capitolina del 30 ottobre scorso un ordine del giorno per chiedere al Sindaco Gianni Alemanno, alla Giunta ed alla Soprintendenza “non soltanto la tutela e la salvaguardia della colonia felina di Torre Argentina, patrimonio bioculturale della città, ma anche l’individuazione in tempi rapidi di un sito alternativo in grado di ospitare le attività dell’associazione, che dal 2003 si prende cura dei numerosi felini che abitano il sito con campagne di sterilizzazione e adozione a distanza anche a livello internazionale. Chiediamo quindi che, qualora si procedesse allo sgombero della struttura, questo avvenga contestualmente all’assegnazione della nuova sede in loco per l’Associazione Culturale Colonia Felina di Torre Argentina. Nella totale latitanza della Pubblica Amministrazione in seguito alla soppressione dell’Ufficio Diritti degli Animali - sottolinea Monica Cirinnà - sono le Associazioni di volontariato a supplire alle funzioni pubbliche di settore.”

Area archeologica di Torre Argentina. A sinistra, in basso i gatti e a lato i visitatori del sito

In una intervista Monica Cirinnà dice anche: “le gattare ed i gatti si trovano a Torre Argentina da cinquant’anni, negli ultimi decenni hanno occupato, con il benestare del Comune di Roma, uno dei vecchi depositi inutilizzati che si trova sotto la tranvia. Se la Soprintendenza vorrà scavare l’altra parte del Tempio, di buon grado le gattare si sposteranno, perché la guerra tra volontari e Soprintendenza non esiste.”

Il Sovraintendente Culturale di Roma Umberto Broccoli nei suoi commenti chiarisce che non c’è l’intenzione di esasperare la situazione: “Ci metteremo tutti intorno ad un tavolo e senza estremizzare i problemi verrà cercata una soluzione, come è già stato fatto per la colonia felina dei Mercati di Traiano, una giusta sintesi tra le diverse esigenze; personalmente considero importanti i gatti quanto i beni archeologici della città”.

Sul caso si è espresso tramite Twitter anche il Sindaco di Roma Gianni Alemanno che ha detto: “Mi dispiace per tutti i Soprintendenti, ma io e il mio gatto certosino siamo dalla parte dei gatti di Roma. E guai a chi li tocca.”

L’Associazione Culturale Colonia Felina di Torre Argentina venne fondata nel 1993 da Lia Dequel e Silvia Viviani allo scopo di poter fornire cibo, cure mediche e sterilizzare le centinaia di gatti e cuccioli che fino a qualche anno fa, per una barbara usanza, venivano abbandonati nell’area archeologica della piazza da chi se ne voleva disfare.

Nel passato la pessima abitudine di lasciare i gatti fece aumentare le richieste di accoglienza al di sopra delle possibilità dell’organizzazione. Nell’estate del 2002 il numero dei mici lasciati arrivò a 681, determinando un sovraffollamento che rese precaria la convivenza e fece aumentare la mortalità degli animali fino al 40%, con il dispendio di tutte le risorse a disposizione dei volontari e senza purtroppo salvare i felini.

Gli addetti dell’associazione dovettero così cambiare metodo prendendo come esempio i modelli applicati nei Paesi dove il randagismo è calato. Il dottor Stefano Baldi decise quindi di utilizzare gli standard internazionali attraverso la tecnica della sterilizzazione precoce (Early Age Sterilization).

Da allora i gatti di Torre Argentina vengono dati in affido già sterilizzati anche a due mesi per evitare il rischio che i loro discendenti debbano ritornarci.

Negli ultimi dieci anni sono stati sterilizzati più di 27.000 animali presso gli ambulatori convenzionati con l’associazione, tanto che oggi la situazione dei gatti che vivono a Roma è sotto controllo. Ad esempio al Colosseo ed al Panthèon ci sono oramai pochi gatti, che vengono sterilizzati ed accuditi dagli incaricati.

Un ospite della Nursery

Secondo la legge regionale 34/97 viene anche scoraggiata l’entrata nel rifugio di nuovi elementi perché il numero degli ospiti è limitato; in compenso i volontari supportano i cittadini con l’assistenza diretta per la cattura dei randagi, la sterilizzazione ed il ritorno nel territorio. Infine l’organizzazione fornisce il cibo e sterilizza gli animali di una quarantina di colonie del centro di Roma e si occupa delle adozioni che possono essere effettuate pure a distanza. Soltanto l’anno scorso hanno trovato una casa 150 gatti tra cui alcuni disabili.

Quindi l’Associazione di Torre Argentina è un “Centro di Accoglienza” per i gatti randagi abbandonati nel sito archeologico, ma è anche un “Centro di Promozione” della sterilizzazione.

Un gran lavoro realizzato senza un centesimo del Comune di Roma, ma soltanto con i soldi che vengono dati dai turisti, infatti l’opera dell’associazione richiama in città visitatori generosi che apprezzano la vista dei gatti come quella dei resti archeologici. In occasione di questa emergenza anche i tanti sostenitori in giro per il mondo si sono fatti sentire ed hanno prontamente risposto alla richiesta di aiuto delle gattare con ben 2.500 lettere di protesta.

Andy De Paoli, uno dei volontari, ci illustra i fatti: “La Sovraintendenza denuncia la sopraffazione abusiva della pavimentazione realizzata sul podio del Tempio D che arriva fino alla parete del muro di confine con il sito archeologico, restaurato quando nel 1929-30 scavando nel luogo trovarono i quattro Templi. La Sovraintendenza denuncia ancora l’altezza non regolare del vecchio deposito allestito come “nursery”, che risulta quindi non a norma per la gestione di attività.”

In realtà, aggiunge Andy: “il problema della sopraffazione è relativo perché ci sono una dozzina di pilastri edificati appunto nel ‘29 che reggono via Florida, la strada sopra il sito, che hanno letteralmente sventrato l’antico podio. Ci sarebbero i termini per presentare una petizione per far togliere i pilastri e buttare giù via Florida, perché fin quando ci sono tutte queste colonne di sostegno, il podio è difficilmente restaurabile. Inoltre tutti possono vedere che i quattro Templi della cosiddetta area sacra risalenti alla Roma repubblicana sono praticamente abbandonati e trascurati.”

Bisogna ancora aggiungere che in via delle Botteghe Oscure in questi ultimi giorni sono stati ricoperti altri reperti molto antichi allo scopo di riaprire la viabilità della strada, del resto è risaputo che tutto il centro sotterraneo di Roma è colmo di mura antiche che non possono essere scavate, perché questo renderebbe impossibile la vita quotidiana della città.

Riguardo alla vivibilità dei locali, Andy sottolinea che: “la ASL ha certificato l’idoneità dei locali dal punto di vista igienico e la collaborazione dei volontari è stata definita come una situazione non lavorativa, con dei turni soggetti ad un continuo ricambio per accogliere gli innumerevoli visitatori.”

Inoltre all’interno dei locali non c’è assolutamente un ambulatorio veterinario come è stato erroneamente scritto da alcuni giornali, ma soltanto una “nursery” dove sono ospitati e accuditi i gatti malati e disabili.

Andy aggiunge ancora: “E’ importante fare chiarezza su tutta la faccenda, è ovvio che nessuno vuole mandare via i gatti, però secondo le autorità competenti costituisce un problema la sede dell’associazione all’interno del sito sacro.”

Ma in merito le gattare già da tempo hanno manifestato la disponibilità a spostarsi, purché restino nella piazza per due ragioni fondamentali.

Gatti tra i ruderi

La prima riguarda la gestione dei gatti. Nel passato, senza i volontari, sulle rovine c’era una situazione fuori controllo e tragica per via dei tanti animali abbandonati, affamati e malati, che è stato possibile sanare grazie al loro attento lavoro sul posto. Infatti i gatti che oggi vivono tra i monumenti appaiono puliti, curati e sfamati.

La seconda riguarda l’associazione, e su questo Andy è molto chiaro: “Per noi è vitale rimanere nella piazza, non solo per essere vicini ai mici ma anche perché soltanto in questo luogo abbiamo una gran visibilità grazie ai numerosi visitatori che vedono gli antichi reperti e i gatti e possono sostenere i nostri sforzi.”

Non è casuale che Roma sia conosciuta nel mondo non soltanto per i suoi svariati monumenti ma anche per i suoi gatti, tanto che su di essi sono stati realizzati famosissimi calendari, numerosi filmati di Discovery Channel, della BBC ed anche documentari in lingua in giapponese.

Andy ci informa ancora che: “Il 4 ottobre c’è già stata una riunione con la Sovraintendenza romana e con la ASL, dove da parte nostra è stato già preso l’impegno a fare dei sopralluoghi nella piazza per trovare un altro posto per la sede. I luoghi potrebbero essere tre: il primo si trova sotto la “Torre del Papito” ubicata in un angolo vicino alla attuale sede, il secondo all’interno di un tunnel accanto al Teatro Argentina ma attualmente impegnato con le centraline ATAC ed ACEA, il terzo nei magazzini sotto la libreria Feltrinelli che si trovano dalla parte opposta della piazza.”

Ci dice infine Andy: “ non resta altro che studiare le aree disponibili, scegliere la più adatta e presentare il progetto congiunto tra l’associazione e la Sovraintendenza per sottoporlo all’approvazione del Comune di Roma.”

Insomma, tralasciando le inutili polemiche, la questione della sede dell’Associazione Culturale Colonia Felina di Torre Argentina è assolutamente risolvibile.

Salutiamo Andy ringraziandolo e augurandogli di trovare presto i nuovi locali, idonei sia alle esigenze degli animali da loro accuditi con tanto amore, che a quelle dell’associazione. Da parte nostra ci impegniamo a seguire gli sviluppi della vicenda.

 

Per informazioni:

Associazione Culturale Colonia Felina Torre Argentina

Via di Torre Argentina, angolo via Florida

Tel. 06 4542 5240

e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

www.gattidiroma.com

 

08 Dicembre 2012

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