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Lettera ai Prefetti della Regione Piemonte: evoluzione delle modalità della caccia, aumento dei rischi per l'incolumità pubblica

Il "Tavolo Animali & Ambiente", costituito dalle più importanti Associazioni animaliste e ambientaliste - ENPA, LAV, LEGAMBIENTE, LIDA, LIPU, OIPA, PAN, PRO NATURA e SOS GAIA - ha inviato una lettera aperta ai Prefetti dei Capoluoghi piemontesi sottolineando come l’attività venatoria abbia avuto, nel corso degli anni, sviluppi non di poco conto nelle modalità di svolgimento, ai quali, però, non sono stati adeguati gli strumenti di controllo per garantire, in primis, la pubblica incolumità.
Evoluzione delle modalità della caccia, aumento dei rischi per l'incolumità pubblicaInfatti l'attuale legge n.157 dell'11.2.1992 ha subito importanti modifiche, come anche la normativa regionale, prima permettendo “il prelievo di selezione degli ungulati appartenenti alle specie cacciabili anche al di fuori dei periodi e degli orari di cui alla legge n. 157/1992” e poi autorizzando l'uso delle armi rigate anche in pianura e nella caccia al cinghiale, senza valutare che, se in ambito alpino il tiro con tali armi può avvenire in condizioni abbastanza sicure, con vista su tutto il tragitto del proiettile e sul luogo dell’impatto finale in forte declivio, al contrario, quando lo stesso tiro avviene in aree coltivate ed inframmezzate da zone cespugliate, con coltivi ad altezza d’uomo ed attraversati da strade, costituisce, ad avviso del "Tavolo", un estremo pericolo per la vita umana.
Poiché l'attuale norma prescrive, per l’uso delle armi rigate da caccia, di considerare sicuro un raggio d’azione di una volta e mezzo la loro gittata massima, preso atto che tali armi raggiungono ormai distanze di alcuni chilometri, gli spazi consentiti per il loro uso sono assai limitati e gli errori di tiro, anche se di pochissimi gradi, potrebbero avere irreparabili conseguenze per la vita di una persona.
In queste condizioni, la sicurezza è una vera chimera.
Inoltre, le modifiche apportate all'art.19 della Legge n.157/1992 hanno ampliato lo spettro delle persone autorizzate ad attuare i piani di contenimento della fauna problematica con l’uso di armi da fuoco, un tempo ad appannaggio dei soli agenti faunistici provinciali, il cui numero è drasticamente ridotto in rapporto al territorio da vigilare. Lo stesso Corpo Forestale dello Stato, frettolosamente soppresso e oggi solo in parte assorbito dai Carabinieri con l'istituzione dell'aliquota Forestali, ha ulteriormente ridotto la vigilanza sull’attività venatoria e sul controllo faunistico.
Il numero dei cacciatori piemontesi, fortemente ridimensionatosi nel corso degli anni, è stato calmierato dalla presenza di quelli foranei, autorizzati dalla legge Regionale n. 5/2018, che ne ha recentemente soppresso i precedenti limiti del 5 % o del 10 %. Poi la diffusione della PSA tra i cinghiali ha amplificato a dismisura le occasioni di intervento degli "operatori con fucile", che oggi eufemisticamente vengono definiti “bioregolatori” !
Ormai si spara a qualunque ora del giorno e della notte e la mancanza dei controlli ha ampliato l’arroganza e la prepotenza di chi crede di essere l'unico padrone del territorio. La recente uccisione di due cani da parte di un cacciatore a Perrero (TO), l'episodio di un proiettile finito contro una finestra di una casa abitata a Monticello d’Alba (CN) e la presenza di cacciatori troppo vicino alle case, con conseguente aggressione a un veterinario a Novello (CN) che aveva "osato" protestare, sono solo alcuni esempi di una situazione sempre più fuori controllo.
Con il Piano straordinario quinquennale per la gestione e il contenimento della fauna selvatica del Governo e con i connessi Piani di controllo delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e di Bolzano, l'incolumità di sempre più persone, anche nei centri urbani, sarà in pericolo, con il concreto rischio di far aumentare il già pesante bilancio di quelle che ogni anno vengono colpite dal fuoco dei cacciatori.
Innumerevoli sono le segnalazioni che pervengono alle Associazioni del "Tavolo" di incidenti verificatisi nel territorio piemontese nei confronti di cittadini che, ignari del pericolo, si sono trovati nel bel mezzo di una battuta di caccia. Anche le associazioni turistiche, promotrici di eventi escursionistici, lamentano l’impossibilità di programmare uscite in natura con i loro clienti italiani ed europei in piena sicurezza. Passeggiate in aree naturali, boscate o anche solo agresti, vengono messe a rischio da una vera e propria occupazione militare del territorio da parte delle squadre di cacciatori al cinghiale.
La chiusura al 31 gennaio della stagione venatoria 2023/2024 è stato solo un parziale stop, perché continuerà la caccia di selezione agli ungulati e le attività di controllo del cinghiale e delle altre specie problematiche.
Il "Tavolo Animali & Ambiente", pur conscio che la vigilanza sulla gestione faunistica è competenza prioritaria della Città Metropolitana di Torino, delle varie Province e dei Carabinieri Forestali, è altrettanto cosciente che la sicurezza e l’incolumità della popolazione è responsabilità delle Prefetture, in quanto Uffici Territoriali del Governo.
Per tutto quanto sopra esposto, è stato chiesto ai Prefetti del Piemonte di :
- intensificare il controllo effettivo delle Forze di Polizia sullo svolgimento delle attività con armi da fuoco soprattutto nelle ore notturne e in prossimità di case, centri abitati e luoghi di lavoro, anche investendo del problema il Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica;
- richiamare la prescrizione dell’obbligo di effettiva informativa e pubblicizzazione alla popolazione
,con preavviso di almeno alcuni giorni, sia delle attività svolte sul campo con armi da fuoco nei giorni e negli orari diversi da quelli previsti dall’art. 18 della Legge n. 157/1992 che per le battute in squadra al cinghiale, con specifiche comunicazioni sui giornali locali e anche attraverso la creazione di un apposito sito web consultabile da chiunque.
Il "Tavolo Animali & Ambiente" continuerà a monitorare costantemente la situazione, riservandosi di intraprendere ulteriori iniziative a tutela delle persone che nulla hanno a che fare con la caccia.

 

Per il Tavolo Animali & Ambiente:
Luciano Bauco
LIDA Torino

 

 
4 marzo 2024

 

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