SOS Gaia

Breve storia del Parco Michelotti di Torino

di Emilio Soave - Approfondimenti sul sito dove esisteva il vecchio zoo di Torino e che a distanza di 30 anni rischia di ospitare nuovamente animali detenuti e di essere privatizzato privando i cittadini di un bene pubblico. Quello che oggi chiamiamo convenzionalmente parco Michelotti, o impropriamente parco dell’ex-Zoo, è una porzione di quel lungo percorso di “pubblico passeggio” (quasi 3 km.) che dal ponte Vittorio Emanuele di fronte alla chiesa della Gran Madre si protende fino al Meisino (Borgata Sassi); non a caso con Decreto Ministeriale fu a suo tempo apposta la tutela a salvaguardia non solo del paesaggio, ma anche di un grande bene pubblico per i cittadini tutti.

Approfondimenti sul sito dove esisteva il vecchio zoo di Torino e che a distanza di 30 anni rischia di ospitare nuovamente animali detenuti e di essere privatizzato privando i cittadini di un bene pubblico

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La richiesta di Pro Natura alla Città Metropolitana di Torino

Come mai un progetto così ad alto impatto come quello della riapertura dello zoo in Parco Michelotti non viene sottoposto a verifica di assoggettabilità alla V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale)? La sottoscritta associazione, in quanto associazione di tutela ambientale con personalità giuridica, aveva in data 9 novembre 2016 scritto a codesto Ente, e contestualmente alla Città di Torino, una lettera in merito alla proposta progettuale pervenuta alla città di Torino a seguito di un bando di evidenza pubblica che invitava a presentare progetti per la realizzazione di strutture didattiche, ludiche e ricreative nell’area del parco Michelotti di Torino, in sponda destra del fiume Po, incidente su di un significativo ambito di verde urbano e della sponda fluviale.

Come mai un progetto così ad alto impatto come quello della riapertura dello zoo in Parco Michelotti non viene sottoposto a verifica di assoggettabilità alla V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale)?

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Una nuova petizione contro la riapertura dello zoo di Torino

di Rosalba Nattero - SOS Gaia continua la Campagna "No Zoo 2017" con una grande raccolta firme. SOS Gaia ha attivato una nuova petizione, già presente online, ora anche in forma cartacea aperta a tutti coloro che vogliono dare la loro adesione. La petizione online in pochi mesi sta arrivando al traguardo delle 30.000 firme, a dimostrazione di quanto il tema sia sentito non solo dai torinese, ma da tutti coloro che hanno a cuore gli animali e non si rassegnano a vederli reclusi.

SOS Gaia continua la Campagna "No Zoo 2017" con una grande raccolta firme

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La legge e lo zoo

di Dhebora Ruzza - Ovvero: come “non” vengono tutelati gli animali. Nel lontano 1999 l’Unione Europea stabilì delle linee guida e le normative per quanto riguardava l’esposizione al pubblico degli animali. Solo nel 2005 l’Italia recepì la direttiva europea con la legge n.73 e lo zoo cambiò: non solo un’area con animali in gabbia ma un luogo in cui tutelare e garantire il benessere, le esigenze biologiche, di riproduzione e conservazione degli animali nati in cattività. Questo secondo la legge ma la realtà è ben diversa.

Ovvero: come “non” vengono tutelati gli animali

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Sos Gaia continua la campagna "No Zoo 2017"

“Noi non ci fermeremo”. Il Comitato direttivo di SOS Gaia ha deciso di continuare la battaglia contro la riapertura dello zoo di Torino con una massiccia operazione informativa capillare. Lo scopo è quello di tenere vivo l'argomento informando i cittadini, non potendo contare sui media che di questo argomento non fanno mai menzione pur essendo un tema "caldo" per l'amministrazione comunale e per i torinesi. I media citano le molte realtà alle prese con le disattese promesse elettorali dell’amministrazione torinese, ma stranamente trascurano quella grossa fetta di cittadini che protestano contro il progetto della riapertura dello zoo e della privatizzazione del Parco Michelotti.

“Noi non ci fermeremo”...

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