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I gladiatori del terzo millennio

Mucche gravide costrette a combattere: l’orrore della tortura come spettacolo

 

Sono stato a Cantoira in Piemonte il 14 ottobre scorso per vedere di persona una delle tante manifestazioni chiamate "Batailles des Reines", gli scontri tra le Reines, ovvero le mucche definite come capobranco.
Questa era una finale, l'ultima di una lunga serie di altri avvenimenti come questi e che si sono svolti tra la primavera e l'estate.
L’evento viene pubblicizzato come una tipica manifestazione popolare tradizionale della valli.
In realtà di pubblicità se ne vede ben poca ed è stato persino difficile trovare il luogo della competizione, dando la netta l'impressione che più che rivolta al pubblico fosse una iniziativa  interna tra allevatori. C'è quindi da chiedersi qual é il vero scopo di queste manifestazioni.
Inoltre, come si può chiamare "tradizione popolare" uno spettacolo che esalta la violenza e la sopraffazione su poveri esseri indifesi?
Le mucche sono arrivate un po' alla volta nella prima mattinata, in seguito sono state divise per categorie in base al peso o alla età e un grosso numero è stato disegnato sui loro fianchi per identificarle.
Via via sono state riportate al loro posto e bloccate con una catena non più lunga di un metro che ne limitava tantissimo i movimenti, e così sono rimaste fino al primo pomeriggio quando sono iniziati i combattimenti, un trattamento che le priva di ogni dignità.
Gli organizzatori si affannano a dire che i combattimenti sono lasciati alla loro spontaneità, che è l'istinto di questa razza bovina che ne porta una a primeggiare eleggendo così la regina della mandria.
Nel tentativo di attenuarne l'aspetto violento dicono anche che "il combattimento è aspro ma mai cruento e dura finché la mucca sconfitta accetta di buon grado di lasciare il campo all'avversaria più forte".
La realtà che ho potuto constatare è molto meno divertente e folcloristica.
Le due mucche che devono combattere sono accompagnate nel grande recinto dove già altre coppie di mucche stanno combattendo.
In questo caos, che già crea evidente paura in questi poveri esseri, i proprietari le portano a forza nella posizione iniziale, testa a testa con la "rivale", allo scopo di innescare lo scontro, segno evidente che se fossero lasciate libere eviterebbero accuratamente di farlo.
E' stato veramente penoso vederle azzuffarsi al solo scopo di soddisfare l'orgoglio e gli interessi agonistici (ed economici) dei loro proprietari.
In diverse occasioni ho anche visto gli allevatori riportare a forza davanti alla "vincitrice" la mucca "sconfitta" che era fuggita ad alcune decine di metri e non aveva nessuna intenzione di ritornare ad affrontare l'altra.
In questa occasione mi è capitato di veder piangere una delle mucche costrette al combattimento, una cosa che mi ha veramente turbato e intristito.

I gladiatori del terzo millennio

Durante i combattimenti si sentono gli incitamenti dei familiari degli allevatori che parteggiano per il loro animale, a volte si tratta di bambini ed è una vero choc vedere questi giovanissimi già plagiati da una cultura di sopraffazione.
Anche tra gli spettatori (pochissimi peraltro) ho sentito genitori commentare i combattimenti ai loro figli piccoli ("guarda quella che vigliacca, scappa!") come se le mucche fossero degli esseri inferiori che possono essere obbligati a qualunque cosa per il nostro piacere.
Uno spettacolo veramente triste e degradante dove le mucche sono trattate come oggetti, senza dignità, come degli schiavi, ed in effetti non posso vedere differenze tra le Batailles e gli schiavi che venivano costretti a combattere nelle arene romane.
Potete immaginare oggi degli umani trascinati in una arena e costretti anche solo a fare a botte per il piacere degli spettatori?
Già dal 2007 il Trattato Europeo di Lisbona riconosce agli animali la qualità di esseri senzienti.
Un essere senziente è un essere dotato di sensibilità, che può provare gioia, sofferenza, dolore, esattamente come noi. Le mucche non sono forse sottoposte a stress e spavento per il semplice divertimento degli spettatori?
Come possiamo accettare che possano esserci spettacoli in cui si sottopone un animale non-umano a gratuite sofferenze fisiche e morali prolungate?
Siamo tutti figli di Madre Terra e non possiamo rimanere indifferenti alla sofferenza dei nostri fratelli.


20 ottobre 2018