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 La manifestazione nazionale del 27 maggio ''No agli zoo-no alla privatizzazione dei beni comuni'' a cui hanno partecipato più di 2.000 persone da tutta Italia
La manifestazione nazionale del 27 maggio “No agli zoo-no alla privatizzazione dei beni comuni” a cui hanno partecipato più di 2.000 persone da tutta Italia

Un vasto movimento animalista e ambientalista si sta radunando attorno al Comitato che ha organizzato con successo la Manifestazione Nazionale del 27 maggio scorso per dire NO alla riapertura dello zoo di Torino in Parco Michelotti

 

“Noi non ci fermeremo”. È la parola d’ordine del vasto movimento che si sta creando in questa Campagna “No Zoo 2017” per opporsi alla riapertura dello zoo di Torino.

Quella contro la riapertura dello zoo sta diventando una battaglia cruciale. Una lotta che sta assumendo sempre di più dei connotati ideologici che la campagna contro lo zoo rende evidenti. È una battaglia contro lo specismo, contro lo sfruttamento degli animali, contro la discriminazione che li vuole collocare come esseri inferiori all'uomo.

Dall’inizio del 2017 il Comitato promotore della campagna, costituito dalle maggiori sigle dell’associazionismo animalista e ambientalista nazionale quali ENPA, LAC, LAV, LEAL, LEGAMBIENTE, LIDA, OIPA, PRO Natura, SOS Gaia, sta lavorando per fermare un progetto che anacronisticamente vuole riproporre il modello “zoo” a Torino. Una iniziativa a cui hanno aderito più di 40 associazioni e movimenti animalisti e ambientalisti.

 I comizi davanti al Parco Michelotti dove si è concluso il corteo. Da sinistra: Alessandro Piacenza (OIPA), il giurista Ugo Mattei, Roberto Piana (LAC), Luciano Bauco (LIDA), Rosalba Nattero (SOS Gaia)
I comizi davanti al Parco Michelotti dove si è concluso il corteo. Da sinistra: Alessandro Piacenza (OIPA), il giurista Ugo Mattei, Roberto Piana (LAC), Luciano Bauco (LIDA), Rosalba Nattero (SOS Gaia)

Gli eventi organizzati da gennaio ad oggi hanno visto il loro culmine nella grande Manifestazione Nazionale che si è svolta a Torino il 27 maggio, dove almeno 2.000 persone hanno sfilato pacificamente per le maggiori vie della città. Una marea umana colorata, composta da gente arrivata da tutta Italia e da sigle e movimenti animalisti e ambientalisti uniti dall’obiettivo comune di difendere gli animali e un parco pubblico di straordinaria bellezza.

La città, da tutto il mese tappezzata da manifesti che invitavano alla manifestazione, ha visto l’apice della protesta nella fiumana di gente che, arrivata da tutta Italia, ha invaso le strade principali di Torino. Una folla che ha percorso il tragitto dalla Stazione di Porta Susa fino a Parco Michelotti. Persone di tutte le età, bambini, tanti cani. Tutti a manifestare contro il progetto che vede la riapertura dello zoo e la privatizzazione di un Parco pubblico.

La manifestazione aveva come titolo “No agli zoo – no alla privatizzazione dei beni comuni”.

Ai discorsi di chiusura, che si sono svolti proprio davanti all’ingresso del vecchio zoo in Parco Michelotti, oltre ad alcuni presidenti nazionali delle organizzazioni promotrici ha parlato anche Ugo Mattei, primo firmatario degli 11 autorevoli giuristi di tutta Italia che hanno firmato una dichiarazione congiunta a proposito della minaccia, da parte della Giunta Appendino, di fantomatiche multe plurimilionarie nel caso si fermasse il progetto, che appaiono del tutto inverosimili da un punto di vista legale. Gli undici giuristi hanno dichiarato: “una penale congrua non potrebbe superare significativamente il costo ragionevole della progettazione, una cifra dunque relativamente modesta che lascia certamente all’amministrazione in carica la scelta politica sul se interrompere o meno la realizzazione dello Zoo.”

 Gianluca Felicetti, presidente nazionale LAV
Gianluca Felicetti, presidente nazionale LAV

Gli organizzatori erano visibilmente soddisfatti della riuscita della manifestazione, anche se hanno dichiarato che questo è solo l’inizio e non si fermeranno finché non verrà fermato il progetto.

Una partecipazione che a Torino non si vedeva da tempo e che ha dimostrato una volta di più quanto si siano amplificati il rispetto per gli animali e l’opposizione verso la riapertura dello zoo in Parco Michelotti.

Il Comitato promotore, e il vasto movimento che si sta creando intorno ad esso, sta lavorando per fermare un progetto che farebbe compiere alla città di Torino un salto involutivo di 30 anni.

Sono passati infatti esattamente tre decenni dalla chiusura del “giardino zoologico” di Torino, chiuso definitivamente nel 1987 a seguito delle proteste delle associazioni a tutela degli animali e dei cittadini che non sopportavano più di assistere al triste spettacolo di animali in gabbia, stressati e depressi, proprio nel cuore della città e quindi in mezzo al traffico cittadino.
La chiusura del vecchio giardino zoologico ha rappresentato una importante conquista per la storia del movimento animalista italiano. Il Parco Michelotti era diventato il simbolo della liberazione animale.
Questo succedeva 30 anni fa, in un’altra epoca. Nel frattempo in questi 30 anni, molte sono state le conquiste nel campo dei diritti degli animali e nella generale sensibilizzazione verso questa problematica. Ma oggi rischiamo di veder riaprire un altro lager per gli animali, sempre nello stesso posto in mezzo al traffico cittadino.

 La conferenza stampa del Comitato promotore presso Palazzo Civico di Torino per promuovere la manifestazione del 27 maggio
La conferenza stampa del Comitato promotore presso Palazzo Civico di Torino per promuovere la manifestazione del 27 maggio

Il piano del Comune prevede la svendita del parco Michelotti alla società Zoom per un periodo di ben trent’anni (rinnovabili poi per ulteriori venti), per farne un nuovo zoo, anche se con il termine più moderno di “bioparco”. Un’area di grande pregio naturalistico che da trent’anni attende di essere riaperta ai cittadini, e che rischia invece di essere privatizzata. Le strutture del nuovo zoo quindi sottrarrebbero per sempre un bene pubblico ai cittadini.

Il progetto è stato varato dalla precedente amministrazione a pochi giorni dall’insediamento dell’attuale giunta pentastellata, ma l’attuale amministrazione comunale si è schierata a favore del nuovo zoo, in netto contrasto con quanto promesso in campagna elettorale. Dal programma di governo 2016-2021 dell’attuale giunta Appendino leggiamo infatti che sono previste “precise misure atte a sfavorire la detenzione a qualsiasi titolo di animali selvatici ed esotici in strutture fisse (vedi zoo, bioparchi) o temporanee”.

Il progetto definitivo non esiste ancora, ma da quanto annunciato dall’amministratore delegato di Zoom si prevede la realizzazione di una voliera, di una “fattoria didattica” con animali “domestici” provenienti da tutto il mondo, di una “biosfera” dedicata all'ambiente tropicale e di un “ecosistema del Rio delle Amazzoni” con animali esotici. Tutto questo dovrebbe sorgere su un parco pubblico affiancato da un corso cittadino a grande scorrimento il cui traffico aumenterebbe notevolmente con gravi disagi per i residenti. In pratica, le strutture del nuovo zoo sottrarrebbero per sempre un bene pubblico ai cittadini. Motivo per cui anche le associazioni ambientaliste si sono mobilitate a fianco degli animalisti.

Ma perché la giunta Appendino si schiera di fatto a fianco dell’amministrazione precedente?

 La seduta della VI Commissione consiliare di Torino dedicata alla petizione “No zoo” in cui sono stati ascoltati i primi tre firmatari
La seduta della VI Commissione consiliare di Torino dedicata alla petizione “No zoo” in cui sono stati ascoltati i primi tre firmatari

A questa domanda l’amministrazione risponde che non può esporre la città a una causa certa che costerebbe milioni. Una ipotesi tuttavia smentita dagli 11 autorevoli giuristi di tutta Italia che hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui si afferma che il pericolo della penale milionaria non sussiste.
A un colloquio con un attivista di SOS Gaia al Salone del Libro di Torino la Sindaca ha affermato che “il bando era già stato assegnato dall'amministrazione precedente e quindi l'amministrazione non può contraddirlo per il principio della continuità amministrativa”. Ma questa affermazione è in contrasto con quanto succede normalmente ad ogni cambio di Sindaco, nel caso di elezioni amministrative, ove vi è sempre l’attuazione del proprio programma elettorale, differente da quello degli altri. Più che “continuità amministrativa” sembrerebbe piuttosto “continuità politica”.

Eppure questa amministrazione pentastellata aveva avuto un grande consenso proprio nell’area animalista per via della maggiore sensibilità sulla tutela degli animali rispetto alle amministrazioni precedenti. Consenso che, proprio a causa del progetto della riapertura dello zoo, sta rapidamente diminuendo.

È da fare anche una precisazione per quanto riguarda la tutela degli animali: il progetto non parla di zoo ma di bioparco o fattoria didattica. Tuttavia il termine più “moderno” non cambia la sostanza: saranno comunque animali estrapolati dal loro habitat naturale, e quindi sottoposti a stress e al pericolo di depressione e patologie.

 L’assemblea pubblica presso la sede di SOS Gaia in cui il Comitato promotore ha presentato la Manifestazione Nazionale di maggio. Da sinistra: Piero Belleti (Pro Natura), Giancarlo Barbadoro (Ecospirituality Foundation), Armando Monticone (Legambiente), Monica Fontana (LEAL), Rosalba Nattero (SOS Gaia), Roberto Piana (LAC), Luciano Bauco (LIDA), Alessandro Piacenza (OIPA), Marco Francone (LAV)
L’assemblea pubblica presso la sede di SOS Gaia in cui il Comitato promotore ha presentato la Manifestazione Nazionale di maggio. Da sinistra: Piero Belleti (Pro Natura), Giancarlo Barbadoro (Ecospirituality Foundation), Armando Monticone (Legambiente), Monica Fontana (LEAL), Rosalba Nattero (SOS Gaia), Roberto Piana (LAC), Luciano Bauco (LIDA), Alessandro Piacenza (OIPA), Marco Francone (LAV)

Come si legge nella relazione del dott. Enrico Moriconi su ‘Negatività di bioparchi, oasi e parchi naturali’: Il confinamento in spazi limitati e in condizioni inusuali crea condizioni vita di etologicamente e totalmente diversa agli animali… una fonte di continuo stress, e quindi di sofferenza, poiché le strutture sono pensate e realizzate più per ‘confondere le persone, soprattutto i bambini, invece che per creare condizioni soddisfacenti per gli animali”.

Lo spettacolo a cui rischiamo di assistere nei prossimi 30 anni a Torino, e forse per ulteriori altri 20,

è altamente diseducativo per i giovani in quanto non contribuisce a far conoscere gli animali, poiché non vengono conosciuti nel loro ambiente ma in cattività. Uno spettacolo che mostra la violenza su esseri senzienti considerati inferiori, comunicando un messaggio di sopraffazione dell’essere umano verso le altre specie. Un messaggio devastante che rischiamo di veder proposto ai giovani per i prossimi 50 anni.

L’Articolo 13 del Trattato di Lisbona dell’Unione Europea ha definito gli animali come “esseri senzienti”, decretando che l'Unione Europea e gli Stati membri devono tenere pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto, appunto, esseri senzienti.

“Esseri senzienti” significa che gli animali sono quindi individui a tutti gli effetti. Riteniamo che non possano esserci priorità più importanti del benessere di esseri senzienti.

 La conclusione del corteo all’insegna dello slogan “Noi non ci fermeremo”. Nella foto: Rosalba Nattero e Alessandro Piacenza
La conclusione del corteo all’insegna dello slogan “Noi non ci fermeremo”. Nella foto: Rosalba Nattero e Alessandro Piacenza

Se questo progetto andrà avanti, Torino andrà in controtendenza rispetto alla sensibilità sempre in aumento verso il benessere degli animali, e diventerà un esempio negativo nazionale e con molte probabilità anche internazionale, così come invece era stata di esempio internazionale quando fu la prima città europea a vietare i botti di Capodanno, poi imitata da molte altre città italiane ed europee. La città farà un salto indietro nel tempo in un momento storico in cui la mentalità sta cambiando in termini di rispetto verso le altre specie.

Ma la campagna “No Zoo 2017” non si ferma e qualche segnale incoraggiante si incomincia ad intravvedere. A seguito di una petizione contro la riapertura dello zoo i firmatari sono stati convocati per un’audizione presso il Consiglio comunale e successivamente alla VI Commissione consiliare, che si occupa di ambiente e tutela animali. In quella sede, dopo aver sentito le ragioni dei primi firmatari, il Presidente della VI Commissione ha accolto la proposta di alcuni consiglieri, di fissare al più presto una Commissione straordinaria congiunta con le Commissioni interessate alla problematica. Le Commissioni in seduta congiunta avranno lo scopo di analizzare, ciascuna per la parte di propria competenza, una eventuale rivalutazione della delibera sull’aggiudicazione del Parco Michelotti alla società Zoom.

La questione di riproporre uno zoo nel Parco Michelotti e della sua privatizzazione è quindi ancora aperta e tutta da definire, come dimostrano anche le ultime iniziative della campagna "No Zoo 2017" e la petizione, che ha riacceso la discussione sui banchi del Consiglio Comunale.

All’insegna del motto: “Noi non ci fermeremo”.

 

Un vasto movimento animalista e ambientalista si sta radunando attorno al Comitato che ha organizzato con successo la Manifestazione Nazionale del 27 maggio scorso per dire NO alla riapertura dello zoo di Torino in Parco Michelotti

 

www.sos-gaia.org

Campagna No Zoo 2017

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13 giugno 2017