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 Pasqua di sangue

L’antica Festa della Vita dei Celti è diventata una ricorrenza basata sulla sofferenza e l’uccisione di migliaia di esseri senzienti

 

Ogni anno a Pasqua vengono uccisi 900mila tra agnelli, capre e pecore. Animali che arrivano quasi tutti dai paesi dell'est, con lunghi "viaggi della morte", stipati in camion in condizioni insostenibili (molti arrivano al macello più morti che vivi) e mai sottoposti a controlli.

Gli agnellini a un mese di vita vengono strappati alle madri, costretti a lunghi viaggi terribili ed estenuanti su TIR strapieni, per arrivare a un lurido macello in cui gli animali terrorizzati vengono immobilizzati, storditi, appesi a un gancio per una zampa, e lasciati dissanguare.

Prima di essere appesi sentono l'odore del sangue e le urla di terrore dei loro compagni.

Una strage che non ha giustificazioni.

Anche la Chiesa da tempo è stata molto chiara su questo argomento: il sacrificio in massa degli agnelli non ha nulla a che fare con il sacro.

Lo ribadisce sul settimanale Famiglia Cristiana il direttore don Antonio Rizzolo: “L’agnello di Dio, che viene invocato dal sacerdote al momento della comunione durante la messa, altro non è che il simbolo di un animale mite, indifeso, ma dotato di una forza interiore straordinaria, grazie alla quale riesce a sconfiggere il male. Quindi, da un punto di vista religioso dovremmo semmai accudire gli agnelli e non ucciderli e macellarli in massa nei giorni di Pasqua.”

L’usanza del sacrificio degli agnelli si basa sulla tradizione ebraica che racconta che ai tempi degli Egizi, quindi circa 6000 anni fa, il Signore stesso mostratosi dinnanzi a Mosè gli ordinò di macchiare la porta d'ingresso di ogni "figlio di Israele" con il sangue di un agnello.

L’Autrice con un gregge di pecore all’ecovillaggio di Dreamland
L’Autrice con un gregge di pecore all’ecovillaggio di Dreamland

Molte aree cattoliche affermano che è alquanto improbabile che Dio stesso chiedesse ad un uomo di sacrificare un'altra sua creatura per poi uccidere i primogeniti di altre religioni, e affermano che sicuramente è frutto di un'errata interpretazione dei testi. Un episodio tratto da quel che ne rimane dei Vangeli Apocrifi racconta che dopo che Gesù si prese cura di una gattina, alcuni notarono che aveva cura per ogni creatura, e gli domandarono il perchè, ed egli rispose: "Sì, sono vostri fratelli e sorelle. Chi si prende cura di loro, si prende cura di me. Chi le maltratta, fa soffrire me!". 
Il dibattito tra le varie aree cattoliche introduce un buon punto di riflessione sul tema della Pasqua. Possibile che a causa di un malinteso religioso ogni anno passi quasi inosservata una vera e propria strage di animali innocenti?

Non dimentichiamo inoltre che, nella maggior parte dei casi si tratta di agnellini con pochi giorni di vita dal peso di circa 10 chilogrammi. Come rileva ENPA, Ente Nazionale Protezione Animali, sono stati 2,7 milioni gli agnelli, agnelloni e capretti macellati nel 2016, un massacro tremendo contro il quale l’associazione ha promosso una petizione per dire no alla macellazione e al maltrattamento degli agnelli.

Ci sono però anche delle notizie rassicuranti che rivelano una controtendenza, probabilmente dovuta alla sempre maggior sensibilità nei confronti degli animali e alla grande diffusione dell’alimentazione vegana. Calano le prenotazioni di carne: sono infatti diminuite del 30% le richieste di abbacchi, capretti e agnelli.

Amicizia tra umana e non umana
Amicizia tra umana e non umana

Da fonte Istat si apprende che negli ultimi anni si è registrato un crollo dei consumi della carne proveniente da questi animali: se nel corso del 2010 gli agnelli e i capretti macellati in Italia erano stati 4.834.473, nel 2014 ne sono stati macellati 2.129.064. Ma questi dati non consolano chi ha preso coscienza che ogni animale è un essere senziente. Un animale macellato è sempre uno di troppo, e il suo sacrificio non è tollerabile.

Eppure la Pasqua è una ricorrenza che dovrebbe significare il risveglio della vita.

Tutte le principali feste celebrate dal calendario della cultura cristiana, come il Natale o Ognissanti, sono mutuate da celebrazioni precristiane. Non fa eccezione la Pasqua, che secondo il calendario celtico si riferisce all’esperienza del Risveglio interiore, inteso come un risveglio dell’Io cosciente che si desta a nuova vita.

Questa festa era infatti anticamente definita “la Festa della Vita” o del Risveglio. Simbolo della celebrazione era l'uovo cosmico, generatore del processo alchemico di vita, di evoluzione e della coscienza. L’abitudine di celebrare questa festa con l’uovo è rimasta, anche se apparentemente non se ne comprende il significato.

Le feste celtiche si snodano in un percorso in cui il mondo visibile e quello invisibile si sovrappongono. Le stagioni scandiscono i ritmi dei cicli naturali, e il risveglio della Natura che possiamo percepire con intensità in questo periodo dell’anno induce a riflessioni metafisiche. Ed è proprio la rinascita il senso della festa che è stata ripresa dall’esoterismo cristiano ed è oggi celebrata come la Pasqua. Una festa quindi che originariamente era simbolo di speranza, di pace e di armonia tra tutti gli esseri viventi.

Come è possibile essersi imbarbariti così tanto, al punto da celebrare questa ricorrenza con il sangue e con l’atroce spettacolo di centinaia di migliaia di agnelli sacrificati per il banchetto pasquale?

 

Pasqua di sangue Pasqua di sangue

 


11 aprile 2017