SOS Gaia
Stampa Email

Fanno discutere le esternazioni del Neoministro della “Sovranità alimentare” secondo il quale la carne sintetica è “un’aberrazione”

Un ministro al comando senza conoscere la materia

In Italia, si sa, le parole vanno e vengono e non stupisce più di tanto che Francesco Lollobrigida, Neoministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, non conosca appieno il significato del nome del suo Ministero, in buona compagnia certo, visto che è utilizzato anche dal governo francese. Però un Paese come l’Italia non dovrebbe ignorare l’origine delle parole anche se accetta da tempo di pronunciare le parole latine, come plus e media, all’inglese. “Sovranità alimentare” era un termine coniato per indicare la difesa dei semi originari di quei Paesi che erano, e sono, minacciati dall’invasione dei semi OGM che le multinazionali sviluppano dalle loro piante originarie per poi cercare di imporre e rivendere in quanto brevettate. Ci siamo scordati di questa battaglia, non ancora vinta, e adottiamo il termine per tutt’altro motivo.

Se per “sovranità alimentare” si intende difendere l’eccellenza italiana, o nazionale, ma forse il Neoministro avrebbe voluto sostituire con “autarchia” di ben nota memoria, vi è una contraddizione di base poiché il termine, in Italia come in Francia e altrove in Europa, è solo un semplice specchietto per i consumatori/allodole, che credono nella difesa della qualità e del prodotto nazionale, senza sapere o meglio continuando a essere tenuti all’oscuro del funzionamento del sistema agroalimentare. I principali prodotti della supremazia nazionale, parmigiano e grana padano, mozzarella, prosciutto di Parma, speck possono sostenere le enormi quantità di produzione solo perché alimentate da una importazione massiccia da altri Paesi. Non è un caso che lo speck abbia rifiutato la denominazione di origine geografica garantita perché avrebbe dovuto fare a meno della carne in arrivo direttamente con l’aereo dal Brasile, così come tutte le altre produzioni, tipiche e non, sostenute dal latte e dalla carne proveniente da più Paesi europei ed extra europei.

E vi è un altro errore nelle parole del Neoministro, se non le ha pronunciate appositamente, ed è il richiamo alla difesa delle piccole e medie aziende agricole e di allevamento. Negli ultimi vent’anni i dati ufficiali dicono che le aziende piccole e medie sono state chiuse perché non reggevano alla concorrenza delle grandi concentrazioni e le politiche agricole, italiana ma anche europea, come la Pac, Politica Agraria Comunitaria, non vanno nella direzione di provare a contrastare tale indirizzo anzi investono ingenti somme che finiscono nelle voraci mani delle grandi aziende e delle multinazionali.

Dulcis in fundo, il Neoministro, in nome della sovranità, trova tempo anche di condannare vieppiù gli animali, poiché sostiene una posizione irrealistica quando boccia senza appello la carne artificiale. Pensare di corrispondere ai consumi elevatissimi di carne facendo a meno degli allevamenti intensivi, in cui si ammassano migliaia di animali che, di conseguenza, sono costretti a vivere in condizioni negative e spesso in vera sofferenza, è mera utopia. Impossibile rispondere alla domanda di prodotti di origine animale se non con quelle forme di allevamento spesso definite lager. La domanda di carne è in costante aumento e poiché certamente il Neoministro non pensa a campagne di formazione/informazione per la dieta vegana o vegetariana (non sia mai!)  le scelte che il mercato, che non si fa certo condizionare dal Neoministro, proporrà saranno oltre all’aumento degli allevamenti intensivi e delle concentrazioni di animali, se non si diffonderà la carne artificiale, gli insetti che arriveranno sulle tavole direttamente o dopo essere stati somministrati ai suini all’origine dei tanto apprezzati salumi. Demonizzare la carne artificiale nel nome di una sovranità alimentare di dubbio significato comporta il perpetuare la condanna degli animali di allevamento a condizioni di sofferenza ben conosciute e documentate.

L’uscita propagandistica del Neoministro è davvero del tutto infelice e forse, visto il ruolo, farebbe meglio a conoscere la complessità della realtà prima di lanciarsi in frasi ad effetto slegate dal mondo dell’economia agroindustriale.

 

Enrico Moriconi, Medico Veterinario, Consulente Etologia e Benessere animale, Già Dirigente SSN, Già Garante Diritti Animali Regione Piemonte

 
25 novembre 2022

 

|