Stampa

Storia di un sopravvissuto

Chi ce la fa

Era d’estate, faceva caldo, le finestre erano aperte.

Tornando a casa, di sera tardi, si sente in casa una sensazione diversa; il cane ci accoglie ma sembra distratto, corricchia eccitato, si avvicina a noi e si allontana, viene in ingresso e poi si dirige verso il salotto. Non stupisce che i gatti, sempre poco interessati alle vicende umane, non siano presenti.

Però effettivamente quella sera erano davvero troppo strani e non presenti nei luoghi solitamente occupati, qualche sedia e il divario, per lo più.

Il segnale di diversità tuttavia solleva qualche dubbio finché un rumore strano, ripetuto, alternato, più e meno forte, induce a dirigersi verso una stanza da cui sembra provenire e se ne scopre il motivo.

Nell’oscurità, un piccolo pipistrello vola circolarmente cercando la via di uscita che in quell’ambito non esiste, poiché era arrivato da un’altra apertura.

La soluzione è facile, si spengono le luci degli altri ambienti, si chiude la porta comunicante interna e si spalanca quella esterna e il piccolo mammifero alato se ne può andare libero.

Però la sua vicenda sollecita un altro tipo di interesse: perché i gatti tacciono e non sono stati interessati al nuovo e insolito ospite?

Si ritorna nel salotto seguendo le corsette del cane e si capisce l’arcano: tre gatti fanno la guardia, indecisi sul da farsi, ad un povero piccolo pipistrello che sembra del tutto morto.

La sua immobilizzazione mette in dubbio i felini, anche se i pipistrelli sono spesso definiti topi volanti; evidentemente il suo corpicino, nascosto sotto le ali, non suscita il comportamento aggressivo e lo guardano immobili senza prendere alcuna decisione.

Anche per noi umani il piccoletto sembrava morto e per pietà viene stato raccolto e deposto in una scatola in attesa di dare una specie di sepoltura.

Al mattino però l’animaletto dimostra improvvisamente il suo trucco: non era assolutamente morto, fingeva di esserlo per salvarsi dall’eventuale attacco dei gatti. Certo non era in ottima forma e la preoccupazione era relativa alle eventuali ferite che forse aveva subito e, tra paura e sofferenza, continuava nella sua immobilità; solamente dichiarava il suo essere vivo respirando appena appena, velocemente.

Per pietà al suo dolore è stato conseguente correre al Centro Animali Non Convenzionali del Dipartimento di Medicina Veterinaria di Grugliasco sperando nella specializzazione verso tutti gli animali inconsueti.

Nel lasciarlo si sono sommate sensazioni diverse, la paura di non vedere un lieto fine, la speranza che le cure potessero aiutarlo.

Sono passati lunghi mesi, il caldo dell’estate è cessato ed è arrivato l’inverno. Ogni tanto, il pensiero andava al piccolo volatile, con il timore che le notizie non fossero buone. Così ognuno ci pensava ma non osava approfondire l’argomento.

Improvvisamente, come un lampo, è arrivata una notizia sensazionale: il pipistrello 4177/2A, dopo lunghi mesi di convalescenza ha potuto prendere il volo, è stato liberato prima che iniziasse il periodo del letargo.

Così due immagini si rincorrono nella mente, il piccolo fagottino abbandonato per terra e il volatile che si aggira in aria; emozioni contrastanti si manifestano vivide, la preoccupazione per un animale di cui si temeva una sorte negativa e la gioia di saperlo vivo e libero.

La storia del pipistrello è un inno alla natura nelle sue molteplici forme, nella strategia dell’animale di fingersi morto per sfuggire alle aggressioni dei gatti ma anche nella capacità di recupero per sopravvivere ad una prova molto difficile.

La vicenda potrebbe essere paradigmatica: la natura nel suo complesso è continuamente aggredita dagli esseri umani se però si smettesse o anche solo diminuisse di offenderla si avrebbe un suo prodigioso risveglio.

 

In ringraziamento al CANC

 
Enrico Moriconi, medico veterinario, è Garante per i Diritti degli Animali della Regione Piemonte


13 dicembre 2021